Sunday, June 19, 2011

vorrei spendere una parola...



… per quelle migliaia di sud sudanesi, ancora oggi in balia dei centri di smistamento nei dintorni di Khartoum in attesa che qualcuno o qualcosa aiuti loro a raggiungere la terra dei loro antenati. 
Già, quella terra che si appresta a festeggiare la tanto agognata indipendenza dal Nord, la stessa terra rossa che sembra essersi dimenticata di loro.

… per i ragazzi, Arrow boys, che da anni respingono gli attacchi dei pochi ribelli del LRA, capaci ancora di incutere terrore nei corpi e nella memoria della popolazione della sempre verde Equatoria.

… per la gente del Darfur, inerme, dimenticata, mai protetta, uccisa, legata a una terra che non conosce perdono e pace.

… per la gente di Abyei, a nord e sud del fiume, pastori di differenti etnie che per decenni hanno vissuto nella e della stessa terra, usati come pedine di una strategia economica ben articolata.

… per i Nuba, che hanno smesso di sognare, costretti a rivivere il loro passato relegati fra le montagne, sperando di essere dimenticati per non essere perseguitati.

… per i bambini di diversa etnia, ma di identica "casa", la strada, che attendono, o meglio sperano che i vari rappresentanti del governo si facciano carico delle colpe della guerra. 
Capiscano che non è giusto che migliaia di loro siano costretti elemosinare, ad inventarsi un futuro immediato, fatto di quel nulla ricco di pericoli a cui ogni giorno devono sottostare.

… per quella madri, anziane e giovani di ogni dove nel Sudan, a cui viene riconosciuta importanza e dignità solamente in particolari occasioni, ufficiali e ben pubblicizzate.

… per quelle centinaia di migliaia di corpi che rappresentano la memoria di un Paese che a oggi non ne comprende il sacrificio.

Lo scribacchino.