Nessuna doppia cittadinanza.
È chiaro il messaggio del Presidente Al Bahir rivolto a coloro che occupano un ruolo anche di rilievo nel sistema politico ed economico del paese arabo.
Saranno, o meglio, sono costretti ad abbandonare le loro cariche professionali, le loro case, e gran parte delle loro ricchezze accumulate in anni di tormentata convivenza. Anni che hanno “permesso” di imparare correttamente la lingua nazionale, e dimenticare la lingua originale, tribale, da cui i loro genitori provenivano.
Saranno considerate persone sgradite, prive di diritti e di regolare carta d’identita, quindi passibili di deportazione.
Saranno condotti al confine tramite autobus gentilmente forniti dallo stesso Governo desideroso di sbarazzarsene, complicando e non poco l’attività della nascente Repubblica del Sud Sudan.
20.000 schiavi.
P.S. che non rappresenti una priorità il futuro di questa gente è inutile ribadirlo.
Un sereno mercoledì.