Sunday, July 17, 2011

solo Rabbia.


Non sono sufficienti le parole scritte in una lettera firmata dall’arcivescovo di Khartoum, Gabriel Zubeir Wako e dall’assistente della diocesi di El Obeid, Michael Didì, a far cessare le barbarie che da 42 giorni il governo del Nord Sudan sta perpetrando ai danni dell’intera popolazione dei Nuba. 

Tantomeno le 19 pagine di un rapporto confidenziale delle Nazioni Unite riescono in qualche modo a interromperne il sistematico massacro.

Non sono solo più dicerie, ma fatti, le fosse comuni accertate nei centri di addestramento della polizia di Kadugli. 
I mezzi pesanti che fino a poco tempo fa furono usati per creare la strada che collega il capoluogo del South Kordofan a Kauda, ora vengono adoperati per rimuovere, nascondere i corpi all’occhio indiscreto dei fotogrammi satellitari.

I sacchi di sorgo, stampati a lettere cubitali del disorganizzato aiuto umanitario sono fermi alla stazione di partenza.

Tutti sapevano cosa sarebbe successo un attimo dopo la ridicola elezione del ricercato governatore Haroun, benedetta dal criticato Carter Center.

Ruanda, nazione che fu teatro di uno dei più grandi genocidi della storia recente, si offre di coprire il mandato della UNMIS, scaduto da tempo così come la loro credibilità.

A voi tutti buona domenica, a te Cesare, riposa, ci vedremo giovedì.