Diciamo le cose come stanno.
Non bisogna solamente riportare il buono, decantare il merito, ma anche ciò che non è corretto, ingiusto, sconveniente.
In una Diocesi potrete trovare, anzi troverete, persone che non hanno nulla in comune con l’aspetto missionario.
Sono impiegati, hanno un posto di lavoro come milioni di persone, e l’unico interesse è per se stessi.
Credetemi, non mi è facile scrivere certe cose, ma a me stesso, e ai miei amici, quelli di vecchia data, che mi conoscono da tempi immemorabili, devo sincerità, sempre e ovunque.
Vedete, per paesi come questo, il Sudan appunto, travagliato da anni di conflitti e ancor oggi, tengo a sottolinearlo, l’aiuto delle varie Diocesi è stato ed è filtrato da personale, sì africano, ma di un altro nazione.
Per loro è stata un’opportunità, data la carenza di impiego nei loro paesi, tutto qui, nulla di più.
Il loro, definiamolo "piccolo potere" è tanto e ingiustificato, e alla prima offerta di lavoro più remunerativa, più confortevole andrebbero via al tempo di un Amen.
Queste sono parte delle cose che potrebbero scoraggiare, soprattutto per chi viene a contatto per la prima volta con questo mondo assurdo, sapendo sì, di trovare ostacoli, carenze, difficoltà ma certamente fiduciosi che queste non fossero partorite al suo interno.
Quindi, mi rivolgo a voi, associazioni, gruppi di amici, semplici persone che desidererebbero essere in qualche modo di aiuto.
Prima di incamminarvi, leggete bene il bugiardino, date un’occhiata agli effetti indesiderati che sicuramente dovrete sopportare, e se per caso riconoscerete in voi stessi pazzia sufficiente capace di aiutarvi, allora iniziate o continuate dove meglio credete.
Siate tenaci e fiduciosi, e se proprio dovete, cambiate sentiero, una, dieci, cento volte ma non abbandonate.
Dalla Diocesi di Rumbek, buona notte.