Saturday, May 21, 2011

triste metafora


Immondizia, plastica ovunque, sui rami, sulle recinzioni, fra i denti di una capra, in mano a un bimbo, fra i tuoi passi, nei tuoi pensieri.

Giochi con lei, con la sua libertà di volare ovunque, senza meta, senza scopo.

Da queste parti sognare di essere un bellissimo volatile apparirebbe strano, quasi incomprensibile, inutile.
Immaginarsi come un sacchetto a strisce colorate, scappato via da un banco di un mercato, o allontanatosi velocemente dalle grinfie di una scarna mucca, è quanto di migliore ci si possa augurare.

Fai l’indifferente, sacchetto, rimani adagiato a terra, sperando nessuna possa capire la tua utilità. Non sei ridotto male, nessuno strappo, il tempo ha avuto clemenza di te, puoi ancora avere una speranza, quale ? non è data a sapere, ma che importa.

Cerca di arrivare a domani, sicuramente nulla cambierà, ma tu provaci comunque, cos’altro avresti da fare, non puoi pretendere, sei solamente un sacchetto, un contenitore e fra l’altro di pessima fattura, della più fragile, sei “usa e getta” niente di più.

Sei tu, tu di questi luoghi.

Lo scribacchino, 21 maggio, dell’anno 2011.