Friday, May 6, 2011

Wau,West Bahr Al Ghazal.



Nel caso arrivaste da Tambura o da Rumbek, solamente all’ultimo momento vi accorgereste di essere giunti a Wau. Come per le altre città capoluogo, ad annunciarvi che mancano ormai pochi metri all’arrivo sarà il vostro telefonino, molto probabilmente vi giungeranno i messaggi che per chilometri non hanno potuto rintracciare il destinatario per mancanza di segnale.

Vi troverete su di una piccola collina, e a rendervi omaggio sarà un distributore di gasolio, poi una volta entrati, una piccola rotonda in cui non potrete non accorgervi dell’imponente ufficio investigativo del governo.

Dopo una leggera discesa, sulla vostra destra troverete una piazza che solitamente inizia ad animarsi intorno alle sette del mattino con l’arrivo delle autovetture pronte a scorrazzarvi per ogni dove.

Potrete bere un tè e mangiare delle paste fritte, piccoli negozi situati sotto i portici, animeranno l’alba, le motociclette disturberanno non poco ma vi saranno utili, e l’immancabile immondizia bruciata il giorno precedente.

Questa era la parte vecchia della città. Scendendo l'ultimo pezzo di strada asfaltata, poi sterrata, giungerete alla pista di atterraggio, la stessa che conduce a nord, fino Khartoum, passando dalle oleose città di Abyei ed Heglig.

Come vi dicevo, è la zona più recente, a far da padrone è lo stadio in cui durante il periodo del referendum si sarebbe dovuto svolgere un campionato studentesco di tutto il Sudan, ovviamente fu annullato.

Molti hotel sono sorti, targati Etiopia, Kenya, Uganda, e vanno per la maggiore, i soli che possano garantire elettricità quando quella generale viene a mancare, e ciò non capita raramente.

Il tutto condito da tanti bambini, sporchi, fintamente arroganti, possessori di tre parole inglesi, alla ricerca di uno scarto capace di riempire i loro brontolanti stomaci. (particolare trascurabile)

Buon proseguimento.