Friday, April 29, 2011

20 contro 30



20 sono i milioni di dollari che il governo provvisorio di Juba avrebbe dovuto investire per il rimpatrio dei sud sudanesi residenti al Nord.

Cifra che è stata solo in parte utilizzata per la nobile causa.

Molti sono coloro che non hanno potuto fare rientro nelle città natale dei loro padri vivendo ora in balia di un quasi improbabile futuro, che si possa definire degno di essere vissuto.

Per anni hanno sopportato il duro regime arabo, dettato da regole di colore basate sulla tonalità della pelle, da oliva a tinta pece, facendone di quest’ultimi degli Abid, schiavi.

Sono stati importanti finché è servito, definendoli  prigionieri di Bashir, poi una volta certi dell’indipendenza  sono diventati ombre, insignificanti presenze, numeri trascurabili, un peso non trasportabile.

Il tutto sotto gli occhi dell’opinione pubblica ... pubblicamente “interessata”.

A spostare di tanto l’attenzione sono i 30 milioni di dollari che investiranno per celebrare una indipendenza mai come ora così tanto malata, per nulla rappresentante l’unità nazionale.

Benvenuti in Sud Sudan, terra di non democrazia.