Saturday, April 16, 2011

Un uomo, un nome, una storia.



È un uomo semplice, ha vissuto in questa terra, fra amarezze e gioie, fra massacri e rinascite, si è cibato di ciò che il Sudan ha concesso, senza chiedere qualcosa di diverso, di migliore … certamente, lo ha inseguito, lo ha sognato, ha pregato e non smetterà di farlo, un futuro più umano per questo popolo.

La sua è una presenza forte, il suo animo, il suo vissuto, la sua fede parlano per lui, non hai bisogno di chiederti chi è, cosa ha fatto, cosa ha visto, trascorrendo qualche minuto in sua compagnia ti sarà sufficiente per capire che la sua esistenza è parte di questo mondo imperfetto, crudele, che molte volte  non concede una seconda opportunità.

Non vi sto parlando di un eroe, di un mito, o del nuovo messia, ma di un uomo come altri, fatto di imperfezioni e debolezze, ma il non nasconderle rende quest’uomo, speciale.

Potrete non condividere aspetti del suo operato, ma credetemi, nulla di ciò che fa è dettato da falsità o ambizione, caratteristiche dilaganti fra chi indossa un anello importante.

Il buon Cesare, pronto a chiedervi scusa, a  donarvi un abbraccio, un consiglio, il tutto sempre accompagnato dal suo sguardo ricco di storia, quella del Sudan e la sua, che saranno legate per sempre e mai nessuno potrà dire il contrario.

Buona giornata al mio amico Cesare, vescovo della diocesi di Rumbek, nello stato del Sud Sudan.