Sunday, September 11, 2011

11 settembre 2001....2011



Nonostante le divergenze politiche su chi dovesse guidare la vicina Libia, le sempre più amiche Ciad e Sudan (Nord), convergono su di un punto, quale (?), il JEM deve togliere il disturbo.

Stiamo parlando di Darfur, o  “Risoluzione n°1593/05” per i più apatici e distaccati.

Durante la non lontana visita fatta al rieletto Presidente del Ciad, l’uomo Oliva, Al Bashir ha dato parere favorevole affinché le truppe confinanti pattugliassero il territorio in cerca di questi altri “cattivi”, senza fare troppi complimenti, che elicotteri e aerei entrino pure nel povero territorio tanto il trattato di Doha è solamente carta, e noi sappiamo quanta poca importanza dia l’uomo Oliva a patti appena suggellati, quello di Addis Abeba riguardante il South Kordofan, insegna.


Il vento della “Primavera” soffierà alle porte di Kartoum? 
Sembrerebbe di no, ma non è detta l’ultima parola. Il mondo dei social network è costantemente al lavoro nonostante l’aggressivo monitoraggio del governo, quest’ultimo capace di sopprimere sul nascere la manifestazione di protesta in programma ieri.


Il consorzio dei folletti UNMISS ha perduto (personalmente scrivendo) in una sola volta, due opportunità, la prima, di stare zitta, la seconda,di essere di aiuto, chiedendo la restituzione al SPLM/nord che i due mezzi da loro sequestrati targati U.N. fossero immediatamente restituiti … sarebbe stato il primo reale contributo dell'allegra compagnia dal lontano 2005 al popolo delle piccole montagne Nuba.

“Per fortuna” si sono trasferiti a sud, lasciando i più goffi a guardia dei mezzi di loro proprietà.


Arman, Aggar e Al Hilu di nuovo insieme, felici della notizia SLM-PD e JEM attendono, anche un sms sarebbe sufficiente.
Il vento avrebbe più forza.


10 anni or sono morirono più di tremila esseri umani.
Dal proprio piccolo e ingenuo mondo lo scribacchino rende loro omaggio e preghiera, e chiede che il pianto a loro dedicato sia distribuito anche ai tanti sconosciuti, forse meno importanti, che quotidianamente sono vittime del silenzio e del disinteresse mondiale.