Ricordo
che davamo loro, a ciascuno di loro, o meglio, ad ognuno dei nostri ragazzi la
stessa somma. Non rappresentava una paghetta settimanale, e neppure un regalo.
Non veniva consegnata con regolarità, e assolutamente non doveva essere spesa.
Ci accertavamo che non la dimenticassero, che le tasche dei loro calzoni non
fossero bucate, che durante la pioggia questo denaro fosse avvolto in un pezzetto
di plastica affinché non si deteriorasse.
Raramente
capitò che qualcuno li perdesse, loro, i nostri ragazzi sapevano che se fosse
accaduto avrebbero dovuto fare immediatamente rientro, e non rimanerne
sprovvisti stando in mezzo alla strada, rappresentando così un facile
arruolamento.
Già,
perché era il dazio da pagare nel caso la camionetta militare decidesse di "andare in giro".
Bastava un solo sguardo al segno colorato posto sul retro del veicolo, e se lo
raggiungevano, era fatta, il loro avvenire sarebbe stato immediatamente
sconvolto.
Ma se dalla tasca, come per magia, venivano estratte le banconote, eri salvo, almeno
per quella volta.
Era
la regione di Huambo, sempre Africa, altro paese, Angola, straziato come
questo, forse, anche di più.
Scusate
lo scribacchino per questo suo ricordo di qualche anno fa, ma vedere in
quest’altra terra altrettanto rossa, “dei
bimbi in adunata fuori da una scuola fatta di alberi ... per addestramento del legno trasformato in
arma giocattolo ... conoscere a memoria i film più cruenti e
desiderare di vedere solo quelli”, a volte, fa tremare anche lui.
Progetti riguardanti l'educazione scolastica e sociale, da queste parti, nel nuovo Sud Sudan, sono ancora e unicamente parole, parole vuote, per la stragrande maggioranza della popolazione.