Sunday, September 4, 2011

Blue Nile - Etiopia, biglietto di sola andata.



Cosa dite gentili lettori, riapriranno in tutta fretta i campi rifugiati nella Diocesi di Gambella dell’amico Angelo (vescovo), ai più conosciuto come Malaku (?)

Non è trascorso molto tempo da quando furono svuotati luoghi come Bonga, Leer e Itang solo per citarne alcuni. 
Piccole terre dove trovarono rifugio migliaia di sudanesi di differente etnia, che scappavano da popolazioni nemiche, in passato amiche o presunte tali.

Perché e bene ricordare, che i due decenni che precedettero l’accordo firmato nell’ormai lontano 2005, furono segnati non solo dal conflitto che vide come principale aggressore l’uomo Oliva, Al Bashir, ma dai molteplici scontri fra quelle stesse tribù che oggi cercano di coesistere nel nuovo Sud Sudan, con scarso successo.

Morti che rappresentano una non trascurabile percentuale di quei 2 milioni che molti analisti amano ricordare.

Dicevamo, come allora a centinaia stanno arrivando, a piedi, incuranti del pericolo, o meglio, consapevoli che possa giungere da ogni dove.

La tribù Ingessana e altre minori del Blue Nile, stanno abbandonando la terra natia, piccole colline definite montagne proprio come quelle del caro popolo Nuba, quest’ultimo troppo distante per rifugiarsi in Etiopia, si è dovuto accontentare dell’ospitalità dello Unity State e della disorganizzazione delle agenzie internazionali.

Malik Aggar deposto dal Nord, si è visto sostituire da un altro militare ma di stampo Shar’ria, personalmente scelto, manco a dirlo da Lui in persona, immagino abbiate capito. (Al Bashir, nel caso qualcuno si fosse perso o annoiato nel leggermi)
Attesa Replica.

Comunque non vi preoccupate, ad attendere questi nuovi Disperati, un team del UNCHR, muniti di carta e penna, e radiolina sempre accesa.

A voi tutti, un'ingenua domenica.